E qui Mario approdō furtivo, reduce dall'esilio d'Africa, coll'anima traboccante degli odi, nati nella palude di Minturno e inaspriti dagli ossequi concessi a Silla. Qui, sul finire del secolo scorso, le schiere napoletane del conte di Damas videro per la prima volta le insegne dei repubblicani di Francia. E i posteri aggiungeranno che qui discese Garibaldi coi suoi, navigando verso Sicilia.
Talamone, 8 maggio.
Le compagnie sono formate, otto in tutto. Io co' miei amici siamo scritti alla sesta. La comanda Giacinto Carini, siciliano, che mi pare di trentacinque anni. Dicono che nel quarantotto fu colonnello di cavalleria; che stesse coll'armi alla mano sino all'ultima caduta della rivoluzione; e che da quei tempi visse in Francia, sperando e scrivendo. Siamo lieti d'aver per capo un siciliano, che ha fama di prode: eppoi č un cosė bel tipo di soldato! Affabile, gentile, parla e innamora. E siciliani sono anche gli altri ufficiali della compagnia, salvo un modenese, che deve saper bene il mestiere, ed essere anch'egli uomo ardito e di franco coraggio.
Bixio, La Masa, Anfossi, Cairoli, ed altri bei nomi della nostra storia, comandano ognuno una compagnia: tutti gli ufficiali hanno qualche bella pagina di valore: parecchi sono ancora di quei di America, ne ho visti tre che hanno un braccio solo. Primo aiutante del Generale č il colonnello Türr ungherese, e Sirtori č il capo dello Stato Maggiore. Abbiamo con noi il figlio di Daniele Manin, e ho inteso parlare d'un poeta gentile che canterā le nostre battaglie.
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