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      Non avrà sempre, come l'anno scorso, i Francesi.
      — Oh! meglio certamente, mille volte meglio se vi eravate voi; — disse pronto Erba — gli Austriaci li avremmo fatti andar via anche dalla Venezia.
      — Che Venezia! che Austriaci! — sclamava il colonnello guardandosi attorno, accendendosi e non volendo parere.
      — E se un altr'anno e voi e noi uniti riprenderemo la partita contro l'Austria, vedrete...
      Il colonnello parve uno che sia lì per isdrucciolare e cerchi d'agguantarsi...
      — Vedrete... vedrete voi, che domani sarete tutti morti! — troncò bruscamente. — Meritereste miglior fortuna, ma vi siete cacciati in questa Palermo che vi lascierà schiacciare...
      — Però sino ad oggi dobbiamo lodarcene di Palermo...
      — Bene, bene, lodatevene pure! — E come vide che i soldati si affollavano, temendo forse per noi, si mosse e ci fece accompagnar via.
      31 maggio.
      Eravamo pronti. Solenne ora questo mezzodì! Ma l'armistizio fu prolungato. Fino all'alba del tre giugno potremo riposare, lavorare, prepararci, e se sarà per soccombere, la città lascierà una pagina che commoverà tutto il mondo per il bene d'Italia.
     
     * * *

      Il Generale ha fatto un giro per la città, dove ha potuto passare a cavallo. La gente si inginocchiava, gli toccavano le staffe, gli baciavano le mani. Vidi alzare i bimbi verso di lui come a un Santo. Egli è contento. Ha veduto delle barricate alte fino ai primi piani delle case; otto o dieci ogni cento metri di via. Ora sì che possiam dire d'aver tutto il popolo dalla nostra!


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Da Quarto al Volturno. Noterelle di uno dei Mille
di Giuseppe Cesare Abba
pagine 167

   





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