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      Non gli ho visti, ma so che da giorni sono venuti dalla Favignana sei o sette di quei di Pisacane, scampati all'eccidio di Sapri. Dunque erano in quelle Egadi, che pareano scoppiate su dal mare improvvise a festeggiarci? Erano nelle prigioni sottomarine. Che fremito, se, per uno di quei sensi misteriosi, che talora si rivelano in noi come guizzi d'una vita di natura diversa dall'umana, avranno indovinato che là fuori, sull'onda che rumoreggiava spruzzando le loro inferriate, passava Garibaldi e la libertà.
      O precursori nostri, quante lacrime, quanto fantasticare dopo il vostro infortunio, dopo Sapri, più bello, più glorioso della nostra Marsala! Tre anni! pareva un secolo; e di lassù dalle Alpi era un volo dell'anima sitibonda verso queste terre delle Due Sicilie, che sin col nome invogliavano e coi mari e coi cieli e coll'istoria loro e con quel canto della Spigolatrice messa dal poeta sull'orme vostre, a veder gli occhi azzurri e le chiome d'oro di Pisacane! Dopo i Bandiera, Corradino, Manfredi, biondi tutti e belli e di gentile aspetto, lui.
     
     * * *

      Mi dice Antonio Semenza, che tra le carte del Palazzo Reale fu trovato l'ordine dato da Napoli alla flotta, se ci avesse incontrati. — Colarli a fondo salvando le apparenze. — Sarà vero? Infatti saremmo stati troppi alle forche e agli ergastoli; ma che nella marineria napoletana ci sarebbe stato un cuore da obbedire e annientarci?
      18 giugno.
      E colui dalla faccia tagliente, d'occhi e d'atti che pare il falco reale; grigio, castagno, grinzoso, fresco, che ha tutte le età; chi è, quanti anni porta in quelle sue ossa d'atleta, in quelle sue carni segaligne?


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Da Quarto al Volturno. Noterelle di uno dei Mille
di Giuseppe Cesare Abba
pagine 167

   





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