Lontano, lungo una via a mare, si vede una colonna di soldati che vanno, vanno, vanno. Chi sa cosa sarà di loro tra pochi giorni? Guardo il mare qui attorno. Forse il Carmel galleggia nel punto dove, improvviso, venne su dall'acqua il cadavere del Caracciolo, son sessant'anni. Tra questi vecchi barcaroli che vengono intorno al Carmel, vi potrebbe essere chi lo vide: eppure a noi il fatto dà un senso di antichità buia buia. Le barche della polizia ci rondeggiano intorno, ma dei signori napoletani son venuti a bordo lo stesso, e si son lasciati vedere a parlare con noi. Garibaldi, Garibaldi; è il loro spasimato desiderio, la loro agonia. Quando verrà?
Un signore nostro compagno di viaggio che fece un giro per la città, torna e dice che vi si parla d'una gran cosa avvenuta in Calabria. A Soveria Mannelli, Garibaldi avrebbe fatto deporre le armi ai quindicimila soldati del general Ghio! Ma allora che farà il re di Napoli? Si stenta a non lasciarsi prendere da un certo sentimento di compassione.
Salpando da Civitavecchia, lo settembre 1860.
Il capitano Lavarello, vecchio lupo di mare, livornese, ci chiamò in disparte e ci disse una bella cosa. «Ecco là. Quella goletta da guerra pontificia è l'Immacolata. Chi ci sta a un bel colpo da corsari? Tutti? Allora si aspetta un altro poco, si dice a tutti questi garibaldini di badare a noi, si salta sul Comandante del Carmel e sui suoi, si mettono giù sotto coperta senza toccar loro un capello, ma chi si muove guai! Un po' di voi si calano dal vapore con una gomena, balzano sulla goletta del papa, spazzano nella stiva quei pochi mozzi che vi sono sopra, poi si legano a noi, io prendo il comando del Carmel e a tutto vapore rimorchio via l'Immacolata.
| |
Carmel Caracciolo Carmel Garibaldi Calabria Soveria Mannelli Garibaldi Ghio Napoli Civitavecchia Lavarello Immacolata Comandante Carmel Carmel Immacolata Garibaldi
|