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      Non di paura, no, di sgomento patriottico. Se mai concentrarsi tutti a Maddaloni. E poi? Poi, verrebbe a dire che tutto sarebbe perduto, e che là si dovrebbe finir tutti.
      30 settembre. Sera.
      Quartiere di Falciano presso Caserta.
      Il cannone di Capua si è fatto sentire tutto questo pomeriggio; ora con l'avemaria tace. Non v'è più dubbio; i napoletani usciranno e saranno molti. I loro scorridori tentano qua e là i nostri lungo tutta la linea del Volturno, e stamane si provarono a passarlo alla scafa di Triflisco. Ma quei di Spangaro li hanno respinti.
      So che il Generale è stato da Bixio, qua oltre, nella gola di Maddaloni: so che si son detti delle parole solenni e che Bixio sentì Leonida in sé. «Fin che sarò vivo, nessuno passerà!». Lo disse, e sarà Vangelo.
      1° ottobre, 3 antimeridiane.
      Che malinconia dopo il primo sussulto del cuore! Un galoppo, una Guida: Colonnello Bassini! Colonnello Cossovich! E poi le trombe. Come è rauca quella della guardia, e di malaugurio! Ma questa che si mette a suonar la sveglia nel nostro cortile, con trilli di allodola montanina, questa è di Viscovo, e sveglierebbe i morti. Egli sa mettere l'anima sua nel suo strumento, e quando l'ha imboccato, egli non c'è più, se ne va tutto in note. Pare che dica: Morire, morir così! Povero trovatello, raccolto da noi sulla gran via della patria, non so in qual punto della Sicilia, venne con quell'ombra di corpicciuolo a sedici anni; ma cosa, cosa venne cercando? Più che la morte no. Tale dove essere nel pensiero di Virgilio Miseno l'eolide, di cui niuno fu più potente a spingere colla tromba i prodi.


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Da Quarto al Volturno. Noterelle di uno dei Mille
di Giuseppe Cesare Abba
pagine 167

   





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