Nel primo cortile a sinistra di chi entra nel palazzo reale, i battaglioni di Taddei, Piva, Spinazzi, Menotti, Boldrini col resto della Divisione Bixio, aspettavano Garibaldi, che voleva salutarli per la loro vittoria di Maddaloni. Quattro schiere, davano le fronti ciascuna a un lato del cortile.
— Microscopica Divisione, fronte indietro! — griḍ Bixio ai battaglioni, e non è mica uomo da aver detto per celia. Quei battaglioni si chiamavano Divisione prima del combattimento, coś, forse per far la voce grossa, ma non era neppur una brigata: ora si potrebbero dir compagnie.
Entrava allora Garibaldi. Teneva in mano il cappello all'ungherese, e appena fu in mezzo al quadrato, parḷ:
— Eroi della diciottesima Divisione, in nome dell'Italia io vi ringrazio!
Poche altre cose, orazion piccola, come sa far lui, poi subito i nomi di quelli che si segnalarono nel combattimento. Pareva che là dentro l'aria lampeggiasse di gloria. Ma poi il volto di Garibaldi si oscuṛ, e la sua voce divenne fiotto di tempesta.
— Ora che ho ricompensato i valorosi, puniṛ i vili!
Fu un fremito. Tre ufficiali, chiamati a nome in mezzo a quel quadrato, uscirono dalle file, trovarono la forza di far quei pochi passi senza cader fulminati; e là, sotto gli occhi di Lui, furono spogliati delle loro insegne da un Aiutante maggiore. E non morirono! Finito quello strazio, il Generale, continuando come uno che dà un addio a gente morta, disse:
— Andate, inginocchiatevi davanti al vostro Comandante, pregando di darvi uno schioppo, e al primo incontro morite!
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