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      Ma come uno č sulla cima si sente rinato. Piace il sito della chiesa e il campanile che si leva pių alto parecchie braccia, con una cupoletta, che miracolo se il vento non se la porta via: piacciono il presbiterio e l'orto; e invoglierebbero ogni uomo d'essere prete, per vivere lassų da curato. Alcune case che fanno corona alla chiesa, quantunque belle pongono anch'esse in cuore un funebre senso. Le ragnatele pendono dai balconi le cui imposte cascano sfasciate; e mentre si direbbe che questa o quella delle tante porte sia lė per aprirsi, dura sempre una quiete altissima, interrotta solo dalle ventate che empiono di suoni cupi le sale deserte. Lassų, nč la state nč il verno, mai che si vegga un comignolo a fumare, e se i nostri fossero altri tempi, a udire l'ore battute dall'orologio di quel campanile, si farebbe credere chi sa quale storia maravigliosa alla gente semplice del contado. Ma ognuno sa che il sagrestano della nuova chiesa parrocchiale, sorta da pochi anni in luogo pių basso e pių comodo agli abitanti del piano; sale ogni giorno il colle a caricare quel vecchio arnese; e il suo č il solo passo che rompa il silenzio dell'antica parrocchia, sempre vuota come le case che ha intorno. Non pių messe grandi nč vespri cantati; non pių conviti nč festini; l'ultimo dei pievani dorme da oltre mezzo secolo nel sepolcro dietro l'altare; e delle allegre donne e degli uomini buontemponi vissuti lassų, rimane appena il ricordo nella mente vagellante di qualche vecchio ottuagenario.


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Le rive della Bormida nel 1794
di Giuseppe Cesare Abba
1875 pagine 480