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      «Oh! - sclamò il signor Fedele; e componendosi colle mani sul ginocchio, e col viso sporto, stette aspettando, come a dire, i cenni d'una cliente che poteva pagare assai bene.
      «A dire il vero - continuò la signora - vengo per una cosa di cui avrei dovuto farle parlare da qualche amico nostro..... Ma lei mi perdonerà.... mi scuserà....
      «Scusarla! - saltò su a dire il legale - che mi fa celia? Io sono qui tutto orecchi, non ha che a comandarmi, sono cosa sua io, la mia professione, la mia casa, la mia famiglia..... e parla di scuse?
      «Ebbene - disse la signora pigliando animo - vengo a chiedere la sua Bianca pel mio figliuolo....
      «Bianca? - bisbigliò egli sommesso, levandosi e correndo a chiudere per bene l'uscio pel quale era venuto; - più che volentieri.... ma.....» - E qui tornato a sedere, appoggiò il dosso alla spalliera della seggiola, distese le gambe, sprofondò la sinistra nella saccoccia del panciotto, poi colla destra si tirò sul petto la coda come soleva in tutte le occasioni che gli davano da pensare.
      «Dunque? - interrogò timida e rimescolata la signora.
      «Dunque......., io le dico una cosa; se suo figlio vuole ammogliarsi, diamogli tra un paio d'anni l'altra mia figliuola, la Margheritina.....
      «O perchè non Bianca?
      «Bianca..., non lo direi a mia madre se tornasse dall'altro mondo..., ma a lei... mi sia segreta..., Bianca l'ho promessa......
      «Promessa! sclamò la signora colla voce spenta di chi cadendo da una grande altezza volesse mandare un grido: - promessa? e non vi sarebbe rimedio?


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Le rive della Bormida nel 1794
di Giuseppe Cesare Abba
1875 pagine 480

   





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