Le dico che non dormo nè dì nè notte, e se mai avessi a fuggire, faccio conto di venire da lei, per scampare da quei briganti, e con questo mi sottoscrivo.
«Sì sì! sottoscrivi e vieni! - sclamò don Apollinare diventato tutt'altr'uomo nella voce, nel gesto, nel viso; - vieni e mi troverai qui colle braccia aperte!....
«Che è? che è? - dissero ad un tempo il frate e donna Placidia, mossi dal turbamento di lui, che aveva parlato ansando come chi patisse d'asma.
«C'è che i Francesi ci coglieranno colle calze bracaloni! Legga padre, legga quel che scrive il Rettore di Montefreddo!»
Il frate prese la lettera e lesse ad alta voce; donna Placidia si cacciò la mano nella saccoccia del grembiale, si recò tra le dita i pippori del suo rosario, e per poco non recitò la preghiera che soleva allo scoppiare dei temporali: «Santa Barbara, San Simone, liberatemi dal lampo e dal tuono.» Il pievano poi, mentre l'altro leggeva, cercato un suo vecchio cannocchiale, pose la mira sulle gole dei monti verso la marina, là dove sapeva di scoprire Montefreddo; terricciuola sulle creste dell'Appennino dalla quale la lettera veniva. Non durò fatica a vederne il campanile biancheggiante nel verde degli abeti, come vela solitaria in golfo lontano; e solo si tolse dall'occhio quell'arnese, quando il frate, letta la lettera una e due volte, gli disse:
«Signor pievano, mi pare che sarebbe da uomo prudente aver pazienza, circa a quel giovinotto di cui parlavamo or ora...
«Ben detto! sclamò il pievano - non è tempo da cercarsi nemici.
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