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      A lei sorrise l'anima, a lui sorrisero le labbra; e come se nulla fosse stato dei lunghi bronci, discesero anch'essi in sala.
      Trovarono la cieca, Margherita, col padre Anacleto che pareva stesse dicendo loro le sue più dolci parole; ma costui quando li vide venir dentro, bilicata tra l'indice e il pollice della destra la sua tabacchiera, e facendole fare mulinelli, mutò discorso giocondamente.
      «Dunque, - diceva - oggi m'ho a fermare a far penitenza con voi? Sarà una penitenza assai dura a quel che sento nell'aria; ma cogli amici ogni patire torna godimento...
      «Sempre gaio il padre Anacleto! - diceva damigella Maria, la quale chi sa quel che avrebbe dato, per vederlo un istante in viso.
      «L'animo lieto fa l'età fiorita! - rispondeva egli: lo dice Salomone. Ed essa:
      «Mi vuole a lato?
      «Sì! e vedrò di raccontarvi qualche istoria che vi tenga allegri...
      «Allora entriamo a mensa; - disse il signor Fedele - e ad uno ad uno come fanno i frati: dico bene padre?
      «Ad uno ad uno, a far penitenza...»
      Così rispose il frate, ed entrarono nella stanza, dove avevano messo in tavola. Questa era un po' angusta, ma ariosa, e per la gran luce che vi veniva dentro da due finestre, pareva la sede dell'allegrezza. Pigliarono ognuno il suo posto; e Bianca quasi non rammentò d'essersi seduta là tanti giorni, per inghiottire bocconi amari. A tutti sembrava d'uscire da un inverno tetro e caliginoso, e che allora appunto il tempo si mettesse alla più bella primavera del mondo.
      Mangiavano, bevevano, chiacchieravano in un dolce abbandono d'ogni cerimonia: e dissero a lungo della gente, mossa quella mattina contro i Francesi.


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Le rive della Bormida nel 1794
di Giuseppe Cesare Abba
1875 pagine 480

   





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