Ma egli fu contento di sbirciarla sorridendo, e nel tornare a casa, le parlò di tutt'altro da quel che essa temeva; non volendo rischiarsi a guastare l'opera, a quel che pareva, bene intrapresa dal frate.
Intanto, Margherita dalla finestra stava a vedere, e diceva alla zia i loro passi. Quando il padre Anacleto fu per uscirle di vista, in capo a quel sentiero grigio, che si perdeva nel bosco, essa si volse alla cieca dicendo:
«Ecco; il padre Anacleto non si vede quasi più; entra nel bosco... è scomparso.
«Santo uomo! che Dio lo benedica: - disse la cieca - proprio possiamo dire, che se la pace e la concordia ci tornano in casa, è merito suo.
«E babbo e Bianca, sono costaggiù che tornano; e discorrono amorevolmente fra loro.
«È un miracolo, Margherita, un miracolo! E se dura vogliamo andare di notte, bell'e in mezzo al bosco dei frati, a far la novena intorno alla cappelletta di San Francesco. Tu e Bianca mi condurrete...
«Di notte nel bosco? Vi sono l'anime dei morti che singhiozzano sulle querce?
«Sono assiuoli e non anime di morti! Chi ti mette codeste ubbíe in capo? Eppoi pregando non s'ha a avere paura di nulla, perchè l'angelo custode ci sta sempre allato...»
In quel momento rientrarono Bianca e suo padre. La fanciulla era malinconica; ma come persona uscita di malattia che cominci a riavere la salute, mostrava a tratti qualche movenza allegra. Egli parlava a tutte e tre riguardoso, sempre temendo di rompere quella sorta d'incantesimo fatto dal frate; e quel giorno principiato nei trambusti e nel pianto, finiva per le loro quattro anime come per l'erbe dei campi e per gli augelli dell'aria, ai quali un tramonto dorato, prometteva per l'indomani un mattino di luce e d'amore.
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