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      E stava per chiedere licenza d'andarsene; quando s'udì fuori sul piazzale un gridar forte di donne, e un piagnisteo di fanciulli, che parevano in grande desolazione.
      «Che son già qui i Francesi?» sclamò don Apollinare balzando in piedi; e Placidia:
      «No..., sono donne che vengono a chiedere dei loro uomini....
      «Non so nulla.... non so nulla io!.... aspettino e vedranno... vado a dormire..., non so nulla..., sono ammalato!...»
      E senza dire nè ai nè bai, alla signora Maddalena; s'andò a chiudere in camera, si mise a letto, si coperse di quante coltri e panni potè trovare; e colla testa tra due guanciali, stette come fosse mezzo dicembre, non addandosi del calore, della fame, della sete, di nulla.
      La signora Maddalena prese commiato da donna Placidia, e lasciolla a far spallucce colle mani e cogli occhi alzati al soffitto, come a dire: «rimettiamoci nel Signore». Fuori del presbiterio fu affollata dalle donne piangenti, alle quali diede speranze e parole cortesi; e tornò a casa sua pensando sempre a Giuliano; il quale, se un certo guizzo visto negli occhi di don Apollinare, non mentiva, o prima o poi avrebbe avuto a fare col prete implacabile. Di che fu persuasa ognora più, che le bisognava stare tutt'occhi, perchè costui non l'avesse a cogliere in qualche maniera.
      Quella notte poi, e l'indomani, e il giorno appresso, giunsero alla sfilata quei della pieve, tornati dall'impresa infelice. Ne spuntavano da tutte le parti; e chi avendo gettate le armi, chi camminando carico di falci, di forcoli o d'altri arnesi in capo a quei due giorni, tutti erano rivenuti, salvo che Mattia.


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Le rive della Bormida nel 1794
di Giuseppe Cesare Abba
1875 pagine 480

   





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