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      Fosse stata a vedere come il povero prete s'annuvolava ogni volta che pensava a queste cose; e all'animo suo delicato sarebbe parso d'offenderlo, e di aggiungere un dolore ai tanti che gli contristavano la vita. Egli s'era messo in via almeno dieci volte, per andare alla villa del signor Fedele, e vedervi da sč quello di cui non avrebbe osato chiedere a chicchessia: ma non era mai giunto sino a quella, non potendo vincere una ripugnanza confusa, che gli nasceva appena arrivato a scoprire la palazzina. Si soffermava a guardarla, ondeggiava un tantino tra il tirare innanzi e lo starsi; poi dava di volta e tornava a casa accorato. E in veritą, se il signor Fedele gli avesse chiesto in nome di chi veniva a mescolarsi nelle cose sue; quale risposta, avrebbe potuto fargli, sebbene fossero amici dell'infanzia? Forse che istruito di certe istorie, andava a lui per consigliarlo? Ma questi consigli chi glieli aveva chiesti? O non v'andando da amico, doveva dire che da prete, gli recava la parola del Signore? Don Marco non aveva osato mai chiamarsi ministro di Dio, di cui sapeva tenersi da nominare invano insino al nome. E cosģ, aggiungendosi che forse la sua visita avrebbe nuociuto a Bianca; finiva sempre lasciando al tempo che facesse lui. Quell'Alemanno, coll'essere lontano, si sarebbe fors'anco scordato della fanciulla; e a conti fatti le gite intraprese verso la palazzina, s'erano tutte mutate in passeggiate meste e solitarie.
      Tornava appunto da una di queste, quando intese che le genti di val di Bormida rivenivano scompigliate dalla spedizione; e per non vedere lo spettacolo che doveva essere nelle vie del borgo, si ridusse a casa per il senteruolo a pič delle mura, fatto altra volta in compagnia della signora Maddalena.


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Le rive della Bormida nel 1794
di Giuseppe Cesare Abba
1875 pagine 480

   





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