Pagina (212/480)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      A un tratto essa uscì in queste parole, che suonarono come un ultimo squillo di tromba in mezzo alla sconfitta.
      «Ma egli è soldato....
      «E gli faremo smettere il mestiere! - sclamò il frate impettito come chi ha superato l'ultimo riparo nemico: - gli faremo smettere il mestiere: s'intende nè oggi nè domani, ma quando lo potrà, colla stima dei gentiluomini suoi pari...
      «Ma se venisse a sapere che io volli bene a quell'altro....
      «E chi glie l'ha a dire....?
      «E il Signore m'avrà perdonata...?
      «Altro che perdonata! - interruppe il frate, prodigo di perdono, appunto (per continuare la similitudine) come il vincitore di cure al vinto; - va in buona ventura..., anzi t'accompagnerò io stesso....
      «Oh no! - pregò Bianca - ci venga più tardi: il barone potrebbe credere, che io sia venuta da lei a posta....
      «E tu va... che io ti seguirò...»
      Bianca stette un altro poco, quasi avesse qualcosa ancora da dire; poi baciato quel benedetto cordone, che aveva avuti tanti suoi baci, raggiunse la cascinaia rimasta sempre in disparte; e s'allontanarono, spedito com'erano venute, per un sentiero, che lasciando il convento a manca, metteva di là alla palazzina.
      Poichè le ebbe viste sparire, il padre Anacleto si volse a quel San Francesco della cappelletta, e dall'allegrezza gli parve di vedere il diavolo, vestito alla foggia del paese, fatto della persona su per giù come quel Giuliano di D..., fuggire colle corna rotte e colla coda tra le gambe, più che se avesse avuto alle spalle una fiumana d'acqua benedetta.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Le rive della Bormida nel 1794
di Giuseppe Cesare Abba
1875 pagine 480

   





Bianca Anacleto San Francesco Giuliano