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      - aveva sclamato - che chiede Don Marco? Mi cerca? dov'è? io non lo fuggo mica!» E mentre la cieca si sentiva rimpicciolire il cuore, il signor Fedele quasi in punto di battere le mani dall'allegrezza, menava la figlia giù per le scale a quella stanza, dove erano Don Marco e il frate.
      Alla vista dei due, Bianca fu quasi colta da capogiro: sentì gli ultimi pensieri di rispetto che aveva pel prete, cozzare coi nuovi postile in mente dal padre Anacleto, e involarsi; appunto come avevano fatto poco prima i colombi alla sua apparizione. E Don Marco, con voce impressa d'affetto pietoso le disse:
      «O Bianca; sono venuto a vederti, e tu non mi dici nulla..., che pensi, che fai?...»
      Essa chinò gli occhi e rispose:
      «Io non ho nulla a dire... faccio quello che il Signore comanda..., obbedisco mio padre....
      «Dunque tutto quell'affetto....
      «Ho pianto abbastanza; - interruppe Bianca - e non voglio peccare, pur col rammentare il passato...»
      Don Marco rimase come uomo che acciechi improvvisamente. Aperse le braccia, guardò in alto, e senza più dire parola, uscì di quella casa, dove gli pareva di sentirsi strozzare. La famiglia del cascinaio lo vide allontanarsi quasi fosse perseguitato da qualche nemico; e vide anche il padre Anacleto venir sulla soglia, e fargli dietro una croce, per mandarlo segnato e benedetto. Questi, rientrando, stava per fare le feste di quella sua nuova vittoria; quando tastoni, ansante, pallida come una morta, veniva giù della scala madamigella Maria.
      «E voi - sclamava - voi avete scacciato Don Marco?


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Le rive della Bormida nel 1794
di Giuseppe Cesare Abba
1875 pagine 480

   





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