Pagina (281/480)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      .. che fu?»
      A che dissimulare? penso tra sè la signora mentre Giuliano diceva; a che mentire, per dovergli poi dire domani quello che già sa? aperse le braccia in atto di chi sta per dare un grande squasso al cuore altrui, e insieme offre tutto sè stesso per confortarlo; e rispose:
      «Ebbene? Tu, io, il mondo che ci possiamo? Leggi.»
      E frugandosi in seno, cavò un foglio, spiegazzato forse in un momento di fiero travaglio; e lo porse a Giuliano. Quel foglio era di don Marco, il quale aveva scritto poche parole, per dire alla signora che si rassegnasse, e che Bianca si sarebbe sposata di quella settimana. Giuliano lesse agrottando le ciglia più e più ad ogni verso; e poi quasi riavutosi dalla sua spossatezza:
      «Si sposi! - urlò balzando in piedi, bello d'ira improvvisa; - si sposi pure, e fosse già sposata! Ma che feci io di male al mondo, perchè da ogni parte mi si debba tirare addosso come ad un malfattore? Ah! marchesa di G... fu un gioco, un brutto gioco il vostro, e Ranza... aveva indovinato...! A quest'ora sono in carcere tutti!
      «Ma che è questo? - gridò sbigottita la signora che in quelle parole non ci capiva nulla.
      «Mamma, m'hanno mandato qua facendomi credere che ella fosse morente! La marchesa di G.... m'ha ingannato!
      «Ah capisco! Allora essa ti ha campato da qualche gran guaio! - interruppe la signora, balenando di gioia e di gratitudine alla gentildonna, e a don Marco, che a questa aveva scritto.
      «Sì! - sclamò Giuliano - per farmi chiamare fuggiasco, vile, e peggio! Eppure sia benedetta!


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Le rive della Bormida nel 1794
di Giuseppe Cesare Abba
1875 pagine 480

   





Giuliano Giuliano Marco Bianca Ranza Marco Giuliano Giuliano