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      Salgano a loro talento in castello, a rifare colla mente il vasto edificio; e Bianca si pasca di sogni, e colla fantasia vegga sè stessa seduta al balcone marmoreo, come le aveva insegnato a figurarsi il padre Anacleto. Noi raggiungeremo questo, chè alla maniera in cui si è veduto partire, qualcuno non se lo avesse a immaginare barcollante, sulla via del suo convento.
      Egli aveva veduto il fondo a molti bicchieri; ma la sua natura, era da non lasciarlo correre oltre un'ebrezza discreta. E se dava il primo alla sete, il secondo al piacere, il terzo all'allegria; avrebbe da poi potuto dare altri venti bicchieri allo stomaco, senza che gli accadesse di perdere la tramontana. Ma fosse anche stato a questo segno, non gli sarebbe seguito alcun male. Perchè s'aveva procacciata la compagnia di quattro giovani di buon casato, suoi penitenti; i quali, sul vespro, andando a zonzo fuori del borgo, s'acconciarono di buon grado a fargli servigio.
      Tra la via da C.... al convento, non rifiniva di lodarsi della maestria, con cui aveva condotto a termine quel parentado; del quale si sarebbe parlato lunghissimi anni in tutta la vallata; e dicendo era così lieto, che i quattro credevano ogni tratto, di vederlo buttarsi in terra, a far capriole. I foresi che tornavano dai vespri, colle bisacce ricolme di carni e di spezierie, pei desinari che solevano imbandire l'indomani, (essendo quel giorno la vigilia della Madonna degli Angeli, festa dei Minori Osservanti(13), e di tutta la vallicella dove sorgeva il convento); vedevano la brigata giuliva e ridevano, allentando il passo o affrettandolo, per rispetto a quei personaggi, nella gioia dei quali parevano avere anch'essi una particina.


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Le rive della Bormida nel 1794
di Giuseppe Cesare Abba
1875 pagine 480

   





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