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«O perchè non gli avete scacciati a quest'ora? - sclamò il generale: - vedete la Francia? L'anno passato ebbe addosso gli eserciti di mezzo il mondo, che venivano da tutte le parti come lupi affamati! Ed ora dove sono? Ingrassano i nostri campi, o sono tornati alle loro case, a dire che in Francia non ci si entra per Dio, o vi si lasciano l'ossa!
«Generale, da noi non si hanno armi; e quand'anche se ne avesse, i preti che possono tanto sul nostro popolo, non lo menerebbero di certo a combattere contro gli Alemanni!
«Lo so! Lo menerebbero piuttosto contro i Francesi, a dar di volta solo a vederli ballare la carmagnola, come hanno fatto in maggio costassù, dalle parti di Garessio.
«Spero generale, che per questo voi non vorrete avere i miei compaesani in conto di vili! - disse Giuliano con calma mirabile e con gran sicurezza: - e voi sapendo la storia, m'insegnate che essi sono i discendenti di quei Liguri, che i Romani vincitori da pertutto, non hanno mai potuto domare per bene!
«Lo sappiamo! - entrò a dire il colonnello, parlando la lingua italiana, con accento italiano, e levando allora soltanto il capo dalla carta, su cui era venuto studiando tutt'occhi con Dumorbion: - ma se invece di declamare le pagine vecchie della vostra storia, voi italiani badaste a farne scrivere di nuove e gloriose, meglio per voi, per noi, per tutti!.... - E qui mutando il linguaggio in francese, e voltandosi al vecchio Dumorbion, proseguiva: - Cittadino generale, questo giovane viene a parlarvi in nome de' suoi compatrioti.
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