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      «Appunto! Ma io l'aveva promessa, e sebbene essa in sulle prime si mostrasse restìa, si mise di mezzo il padre Anacleto...
      «Ma se so tutto!...» tornò a dire il pievano.
      «Tanto meglio! Si fecero le nozze... le feste parevano voler durare un anno e un giorno, come quelle dei principi...: ma to! il diavolo se ne immischia, lo sposo porta qui mia figlia... e chi sa? Qualche occhiata, qualche rossore... siamo deboli..., e tra persone che s'abbiano voluto bene... Insomma... signor pievano, ella può rimediare a tutto... quel suo parrocchiano, me lo disse il padre Anacleto, è un giacobino...: se ella lo chiamasse... se lo ammonisse... e sin che mia figlia sta in D... gli vietasse d'uscir di casa...
      «E temo che egli chiuderà noi in casa nostra:... e ci brucierà corpo, beni, e ogni cosa...!» sclamò il pievano levandosi in piedi.
      «Corpo, beni, ogni cosa! - proruppe il signor Fedele, levandosi anch'esso, cogli occhi strabuzzati e col fiato grosso.
      «Egli verrà coi Francesi che se l'han pigliato per guida! Ah! amico, lo vuole un consiglio da fratello? stia pronto a fuggire..... o si tenga l'olio santo in tasca..... chè s'egli viene quaggiù e ci acchiappa, guai!
      «Grazie, signor pievano, - disse tremando il signor Fedele, e uscito a furia dal presbiterio, per poco non montò sul muletto tenuto là pronto dal vecchio servitore, senza risovvenirsi di Bianca nè dello sposo. Ma questi discendeva appunto, ed appariva sulla porta del suo quartiere, respingendo dolcemente la giovane donna, la quale si teneva stretta a lui, e pareva non lo voler lasciare.


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Le rive della Bormida nel 1794
di Giuseppe Cesare Abba
1875 pagine 480

   





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