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      Luogotenente del Minutilli fu l'ingegnere Achille Argentino, uno dei liberati l'anno avanti dalle galere di Re Ferdinando, dei quali si è detto.
      Formati così anche i piccoli corpi dell'Artiglieria e del Genio, gli uomini che vi appartenevano andarono a piantar sul Piemonte un piccolo laboratorio. E subito, e i giorni dipoi, pur non avendo strumenti, fabbricarono scatole di mitraglia con ogni sorta di rottami e di lamiere di ferro rinvenute nelle stive dei due vapori. Con le lenzuola di bordo fecero sacchetti per le cariche da cannone, e fabbricarono cartucce da fucile, metà delle quali passarono sul Lombardo.
      La diversioneTutto cominciava ad andare per bene: solo sembrava strano che la spedizione continuasse a stare a perdere un tempo prezioso.
      Ma nel pomeriggio dell'8 corse vagamente la voce che Garibaldi avesse deliberato di gettarsi nel Pontificio, per marciare senz'altro su Roma. Una sessantina di uomini, presi qua e là nelle campagne e raccolti in drappello, erano partiti sin dalla sera avanti, per la strada che, girando il golfo, mena da Talamone in Maremma. Marciava alla loro testa un Zambanchi. Era un forlivese già sulla cinquantina, quadrato, barbuto, di poca testa, assai rozzo e millantatore. E aveva fama d'esser uomo di sangue, perché nel '49, a Roma, era stato crudo contro tre preti, i quali, volendo entrare nelle città travestiti da contadini, avevano dato del capo nei suoi avamposti. Egli li aveva tenuti prigionieri; poi, senza averne ordine dal Governo, gli aveva fatti fucilare.


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Storia dei Mille
di Giuseppe Cesare Abba
pagine 190

   





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