Parevano proprio nati dalla più bella gente aristocratica dell'isola. Altri d'altre compagnie si erano fin vestiti da 'picciotti'; bellissimo tra tutti Francesco Margarita da Cuggiono che col berretto frigio nero, con la giacca mezza fatta di peli e cosciali pure fatti di pelle, pareva un tipo di baronetto da star bene in uno di quei feudi là intorno. Avevano smesso i panni di gala e i cappelli a cilindro, alcuni che s'erano imbarcati a Genova forse appena usciti dal teatro o da qualche salotto, e anch'essi vestivano alla siciliana.
Dal capo alla coda della colonna, correva come un fluido che fondeva sempre più in un sentimento di forza e d'allegrezza tutti quegli animi; e via via che la colonna avanzava, pareva che ognuno fiutasse nell'aria la misteriosa presenza del nemico. A un certo punto, si ripiegò sulla colonna un drappello di uomini che scendevano da certi pagliai fuori di mano nella campagna. Parevano irati.
Erano quelli della mezza squadra della Compagnia Bixio, che andati agli avamposti da quarantott'ore, erano stati via sotto la pioggia e fin senza pane. Raccontavano che poco avanti era capitato a trovarli lo stesso Bixio, e che li aveva assai bruscamente ripresi, come se avessero avuto qualche gran torto. Ma essi, pazienti, da quel terribile che non mangiava, non dormiva, tempestava giorno e notte non lasciando quiete neppur le pietre, si erano lasciati dir tutto; e ora lieti di ricongiungersi ai compagni, vi portarono in mezzo la gran notizia, Sì! Il nemico doveva essere, anzi era certo non lontano, già in posizione.
| |
Francesco Margarita Cuggiono Genova Compagnia Bixio Bixio
|