Le quattro ragazze rimasero per un istante perplesse: avevano una gran fame, quella mattina, perché avevano aspettato oltre un’ora.... ma l’indecisione non durò che un istante e Jo gridò impetuosamente: — O mamma, son tanto contenta che tu sia tornata prima che avessimo incominciato a mangiare!
— Posso aiutare a portare la roba? — disse Beth.
— Io porterò la crema ed il pane e burro — aggiunse Amy, cedendo eroicamente le cose che le piacevano di più.
Meg, senza dir nulla, aveva preso intanto un paniere e vi metteva dentro tutto ciò che c’era sulla tavola.
— Ero sicura che avreste fatto questo sacrifizio — disse la signora March, sorridendo di soddisfazione! — Mi aiuterete tutte e quando saremo di ritorno, mangeremo un po’ di pane e latte. Ci rifaremo a pranzo, del resto! aggiunse ridendo.
In pochi minuti tutto fu pronto e la brigata si mosse. Fortunatamente era di buon mattino e le strade quasi deserte, perché molti si sarebbero meravigliati nel vedere quella strana processione!
Era veramente una stamberga quella stanza ove albergava la misera famigliuola! Le finestre rotte, il caminetto senza ombra di fuoco, le coperte del letto tutte lacere! In un angolo della stanza un’infelice donna, inferma, teneva al petto un bambinello piangente e, dall’altro lato, un gruppo di poveri bambini stavano rannicchiati insieme sul letto, coperti da un misero coltrone per ripararsi dal freddo! Come si spalancarono gli occhi socchiusi e come sorrisero le povere labbra violacee all’apparire delle quattro ragazze!
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Beth Amy March
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