Alcuni dei loro ritrovati erano proprio ingegnosi; facevano delle chitarre di carta pesta; delle lampade antiche con pezzi di stagno coperti di carta argentata; degli splendidi costumi scintillanti di lamina di zinco con vecchie vesti da camera di cotone; armature coperte di pezzetti di vetro che avrebbero dovuto essere diamanti. I mobili pure prendevano in quelle occasioni ogni forma e colore e la vecchia stanza era messa tutta sossopra. Gli uomini non erano ammessi e perciò Jo faceva sempre, con suo grandissimo piacere, la parte dell’uomo, ed andava molto orgogliosa di un paio di scarponi che le erano stati regalati da una sua amica, che conosceva un attore. Questi scarponi ed un fioretto erano i tesori di Jo e comparivano in tutte le occasioni.
La sera di Natale una dozzina di ragazze si aggruppavano sul letto che, in quell’occasione, fungeva da poltrone, palchi e posti distinti ed aspettava, con grande impazienza, che la tenda gialla e bleu si alzasse. Si udiva un parlar sommesso, un fruscio dietro alla tenda, un lontano odore di moccolaia, ed, ogni tanto, una risatina di Amy, che diventava sempre un po’ nervosa al momento decisivo. Ad un tratto si udì squillare un campanellino, la tenda si aprì ed ebbe principio la tragedia.
«Un oscuro bosco» era rappresentato da qualche pianta, un pezzo di fodera verde per terra ed una grotta in fondo alla scena. Un paravento rappresentava il tetto ed i tre scrittoi facevano da pareti: nel mezzo della grotta vi era una piccola fornace accesa ed una pentola che bolliva, al di sopra della quale si chinava la strega.
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Natale Amy
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