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      — disse Meg ansiosamente.
      — Li terrò in mano così nessuno vedrà che sono sudici; è l’unica cosa che posso fare. Aspetta! una idea! Ciascuna di noi si metta un guanto buono e porti quello macchiato in mano! Non ti pare?
      — Ma le tue mani sono più grandi delle mie! Me lo allargherai tremendamente — cominciò Meg, che aveva una speciale debolezza per i guanti.
      — Allora farò senza! Che cosa m’importa di quello che dirà la gente? — gridò Jo riprendendo in mano il libro.
      — No, no, lo puoi avere, lo puoi avere! Solamente, fammi il favore di non insudiciarlo e, mi raccomando, comportati bene! Bada di non metter le mani dietro la schiena, non fissar troppo la gente e non dire: — Cristoforo Colombo! se qualche cosa non ti va a genio. Me lo prometti?
      — Non aver paura, sarò buona e tranquilla e nonincorrerò in nessun rischio, se mi è possibile! Va’ a rispondere all’invito e lasciami finire in pace il mio romanzo!
      La sera di capo d’anno il salottino fu lasciato deserto, perché le due sorelline minori facevano da cameriere e le due maggiori erano interamente assorte nei preparativi per il ballo.
      I vestiti erano già stesi sul letto e pronti per essere indossati, ma pure vi fu un gran via vai, un ridere e un chiacchierio insolito e ad un certo punto un terribile odor di bruciato che si sparse in tutta la casa. Meg voleva farsi qualche ricciolino e Jo si prese l’incarico di schiacciare col ferro caldo, le striscioline di carta su cui erano avvolti i capelli.
      — Ma, — domandò Beth nel mezzo dell’operazione, dal suo posto elevato in cima al ferro del letto — dovrebbero fumare così?


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Piccole donne
di Louisa May Alcott
pagine 280

   





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