Ma a metà della lezione, essa ha fatto una caricatura al signor Davis, con un naso lunghissimo, la gobba e con queste parole che gli uscivano di bocca: — Signorine, il mio occhio è su di voi! — Stavamo ridendo e guardandolo, quando il suo occhio fu davvero su di noi ed ordinò a Susie di consegnarli la lavagna! La povera Susie fu «parelizzata» dallo spavento, ma dovette obbedire e che cosa credete che fece quell’uomo orrendo? La prese per un orecchio, l’orecchio! non è orribile? e la condusse in mezzo alla stanza e la fece star là sulla cattedra mezz’ora, colla lavagna in mano, in modo che tutti potessero ben vedere.
— Non hanno riso le altre ragazze a veder la caricatura? — domandò Jo che prendeva gusto alla storiella.
— Riso! non si è udito volare neppure una mosca, te lo dico io! Stavamo quatte, quatte tutte noialtre e Susie piangeva, poveretta! Non la invidiavo davvero allora, perché neppure un milione di anellini d’oro mi avrebbero resa contenta dopo questo! Non mi si sarebbe mai scancellato dalla mente il ricordo di una sì agonizzante mortificazione — e Amy continuò il suo lavoro colla soddisfazione orgogliosa del dovere compiuto e quella ancora più grande di aver pronunziato due lunghe ed eleganti parole in un fiato.
— Io ho veduto stamani una cosa che mi è piaciuta assai e volevo raccontarla a pranzo, ma me ne sono scordata — disse Beth, che metteva in ordine il paniere disordinato di Jo. — Quando sono andata a prendere le ostriche per Anna, ho trovato il signor Laurence nella bottega del pescivendolo, ma egli non mi ha veduta perchè io mi sono nascosta dietro uno dei barili.
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