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      — Io non brontolo tanto quanto gli altri e starò più che mai attenta ora, perché l’esempio di Susie mi starà sempre dinanzi! — soggiunse Amy.
      — Avevamo bisogno di questa lezione, mammina, e ce ne ricorderemo; se ce ne scordassimo, ripetici quello che diceva sempre «Old Chloe» nella «Capanna dello zio Tom»: Contentatevi! di quel che avete, ragazzi. Contentatevi di quello che abete! — soggiunse Jo che non poteva fare a meno di scherzare su ogni cosa benché prendesse a cuore quanto e forse anche più degli altri le lezioni della mamma.
     
     
     
     
     
     
     
     
      CAPITOLO QUINTO
     
     
      Vicini e conoscenti.
     
     
     
     
      — Che cosa ti passa mai per la mente, ora Jo? — disse Meg, un dopopranzo freddo e nevoso, a sua sorella che si avvicinava ai lei coll’impermeabile, le galoscie, il cappello, una pala ed una granata in mano.
      — Vado a fare un po’ di moto — rispose Jo con uno sguardo birichino e trattenendo appena il riso.
      — Avrei creduto che due lunghe passeggiate, stamani, ti dovessero bastare! Fa un freddo da morire e ti consiglierei di stare in casa qui, vicino al fuoco — riprese Meg con un brivido.
      — È mia abitudine di non accettare mai buoni consigli: non posso star rinchiusa tutto il giorno e, non appartenendo alla famiglia dei gatti, non ci tengo affatto a dormicchiare dinanzi al fuoco. Mi piacciono le avventure e ne vado in cerca.
      Meg tacque e continuò a scaldarsi i piedi, riprendendo la lettura di «Ivanhoe» e Jo, uscita nel giardino, cominciò, con grande energia, a spazzare la neve, per fare una stradicciuola su cui Beth potesse passeggiare colle sue bambole, appena compariva un raggio di sole.


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Piccole donne
di Louisa May Alcott
pagine 280

   





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