Stava ritta davanti ad un gran ritratto del nonno di Laurie, quando la porta si aprì di nuovo e, senza voltarsi, Jo disse: — Son sicura, ora, che non avrei paura di lui, perché ha negli occhi un’espressione di grande dolcezza, quantunque la bocca sia severa e sembri avere una volontà ferrea. Non è bello come mio nonno, ma mi piace.
— Grazie signorina — disse una voce burbera, e, voltandosi repentinamente, Jo si trovò, con grande costernazione, faccia a faccia col signor Laurence. La povera Jo non sapeva dove nascondere il volto; arrossì fino alla punta delle orecchie ed il cuore cominciò a batterle violentemente nel pensare a ciò che aveva detto. Per un minuto pensò di fuggire; ma sarebbe stata codardìa e le ragazze l’avrebbero canzonata, perciò decise di star là e di cavarsela come poteva. Un secondo sguardo le disse che gli occhi viventi erano anche più dolci di quelli dipinti ed avevano un’espressione così benevola, che il suo timore disparve in gran parte. La voce burbera era più burbera che mai quando il vecchio disse, ad un tratto, dopo una pausa che sembrò un secolo:
— E così non hai paura di me, eh?
— Non molto signore.
— E non mi credi così bello come tuo nonno?
— Nossignore.
— Ed ho una volontà ferrea secondo te, eh?
— Ho detto che credevo così!
— Ma ti sono simpatico, nonostante tutto ciò?
— Sissignore.
Questa risposta parve soddisfare il vecchio che rise, strinse la mano a Jo e, mettendole una mano sotto il mento, le alzò il capo e, dopo averla esaminata attentamente, disse: — Tu hai lo spirito di tuo nonno, benché tu non ne abbia la faccia.
| |
Laurie Laurence
|