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      Vieni Beth, vieni presto a leggerla!
      — Oh Beth! ti ha mandato....— cominciava Amy, gesticolando con grande energia, ma non poté continuare perché Jo glielo impedì, chiudendo con fracasso la finestra.
      Beth corse su per le scale con impazienza febbrile; arrivata su, fu presa quasi a braccia dalle sorelle e trascinata in processione trionfale nel salottino, mentre un coro gridava: — Guarda, guarda, Beth!
      — E Beth guardò ed impallidì dalla gioia e dalla sorpresa, poiché là, in mezzo alla stanza, vide un piccolo pianoforte verticale, con una lettera indirizzata alla «Signorina Elisabetta March».
      — Per me! — articolò Beth, tenendosi stretta a Jo e credendo quasi di cadere per la gioia e la meraviglia.
      — Sì, tutto per te, mia Beth! Non è splendido? È l’uomo più buono di questa terra! La chiave è nella lettera; tieni, aprila presto, siamo tanto curiose di sapere che cosa dice — gridò Jo, abbracciando con forza la sorella e dandole la lettera.
      — Leggila tu, Jo; io non posso! Ah! è troppo bello! — e Beth nascose la faccia nel grembiule di Jo, scombussolata addirittura dal bel regalo.
      Jo aprì la lettera e cominciò a ridere perché le prime parole che le avevano colpito l’occhio erano queste:
      «Alla signorina March».
      «Mia cara signorina,»
      — Come suona bene! Se qualcuno scrivesse così anche a me! — disse Amy che trovava quel modo antiquato di scrivere molto elegante.«Ho avuto molte paia di pantofole in vita mia, ma non ne ho avute alcune che mi stessero bene come queste — continuò Jo. — Le viole del pensiero sono i miei fiori prediletti e queste mi ricorderanno sempre la gentile donatrice.


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Piccole donne
di Louisa May Alcott
pagine 280

   





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