Mi piace pagare i miei debiti, spero perciò che permetterà al «vecchio signore» di mandarle qualcosa, che una volta apparteneva alla cara nipotina che perdette. Con mille ringraziamenti ed auguri, mi dichiaro suo grato amico e devotissimo servo James Laurence».
— Ah, Beth! puoi andare altera dell’onore che ti fa! Laurie mi ha detto tante volte che il nonno aveva una vera passione per la povera bambina che ha perduta e che teneva con gelosa cura tutto ciò che le apparteneva. Figurati, ti regala il suo piano! Questo deriva dall’aver grandi occhioni celesti ed amare la musica! — disse Jo, cercando di calmare Beth, che tremava e sembrava ancora più eccitata di prima.
— Guarda i bei candelieri e la seta verde e la rosetta nel mezzo e il porta musica e lo sgabello! È tutto completo! — aggiunse Meg, aprendo l’istrumento ed ammirandone le bellezze.
— «Grato amico e devoto servo James Laurence» pensa solamente a questo, Beth, è abbastanza da diventar matti dalla, gioia! Lo racconterò domani a tutte le compagne! Apriranno tanto d’occhi! — disse Amy, a cui aveva fatto grande effetto l’ultima parte della lettera.
— Provalo, Beth, facci sentire il suono del nuovo pianofortino — disse Anna, che prendeva sempre parte alle gioie ed ai dolori della famiglia.
Beth toccò i tasti e tutti furono d’accordo nel dire che era il più bel piano che avessero mai udito. Evidentemente era stato accordato di fresco e rimesso tutto in ordine; ma pure più perfette dell’istrumento stesso erano la facina che lo guardava e le manine che accarezzavano i tasti bianchi e neri con amore quasi materno.
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