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      Da quel momento Beth non ebbe più terrore del vecchio signor Laurence, ma là, seduta sulle sue ginocchia, cominciò a parlargli così confidenzialmente, come se l’avesse conosciuto tutta la sua vita; l’affetto scaccia sempre il timore e la gratitudine abbassa sempre l’orgoglio. Quando essa si avviò a casa, il vecchio l’accompagnò fino al cancello del giardino, le strinse la mano forte forte, si toccò il cappello, poi si rivolse verso casa con quella sua andatura grave e maestosa di vecchio militare.
      Quando le ragazze videro questa scenetta furono più stupefatte che mai; Jo cominciò a ballare una tarantella in segno di gioia, Amy, nella sua sorpresa, rischiò quasi di cader giù dalla finestra e Meg esclamò alzando le mani al ciclo:
      — Parola d’onore, se non casca il mondo questa volta, non cascherà mai più!
     
     
     
     
     
     
     
     
      CAPITOLO SETTIMO
     
     
      La valle dell’umiliazione
     
     
     
     
      — Quel ragazzo è un vero Ciclope, non è vero? — disse Amy un giorno, vedendo Laurie, che passava dalla loro casa a cavallo; ed agitava, in segno di saluto, la sua frusta,
      — Come puoi dire una cosa simile quando ha tutt’e due gli occhi e anche bellissimi? — gridò Jo che montava subito in furia se sentiva far qualche osservazione spiacevole sul conto del suo amico.
      — Io non ho parlato de’ suoi occhi, e non c’è bisogno che t’inquieti così se ammiro il modo con cui monta a cavallo.
      — Oh! Santo Dio! Quest’oca qui vuol dire Centauro e lo chiama un Ciclope! — esclamò Jo, scoppiando in una gran risata.
      — Potresti anche essere un po’ più gentile! È solamente un «lapso linge» come dice il signor Davis — rispose Amy credendo di sopraffare Jo col suo latino.


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Piccole donne
di Louisa May Alcott
pagine 280

   





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