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      — soggiunse Amy pensierosa.
      — Una persona istruita ed educata si riconosce subito dal suo modo di fare e di parlare, perciò non c’è bisogno di farne pompa — disse la signora March.
      — Come non starebbe bene cacciarsi addosso tutti in una volta i propri vestiti, i nastri, i cappelli, ed i gioielli, per mostrare che si posseggono! — aggiunse Jo e la predica finì in una risata.
     
     
     
     
     
     
     
     
      CAPITOLO OTTAVO
     
     
      Jo incontra Apollo.
     
     
     
     
      — Ragazze, dove andate? — domandò Amy, entrando nella stanza di Meg e Jo un sabato dopo pranzo e vedendo che, con grande segretezza, esse si preparavano ad uscire, il che aveva naturalmente eccitato la sua curiosità.
      — Non t’impicciare dei fatti degli altri; va’ via; le bambine non devono esser curiose, rispose Jo subito.
      Se ci è una cosa che mortifica un bambino si è quella di sentirsi dire che è piccolo e che non è degno di ascoltare i discorsi dei grandi; ad Amy poi, che si considerava una gran donna, questo discorso di Jo diede sui nervi, e decise perciò subito di voler sapere ad ogni costo ove andavano le sue sorelle. Volgendosi dunque a Meg, che non le ricusava quasi mai nulla, disse con voce supplichevole:
      — Via, dimmelo! Potresti fare venire anche me, poiché Beth giuoca colle bambole ed io sono sola sola e non so che cosa fare!
      — Non possiamo, cara, perché non sei stata invitata — cominciò Meg, — Jo l’interruppe con un impaziente — Sta’ zitta Meg, se no è finita. Tu non puoi andare Amy, perciò non essere una bambina e non piangere, perché ciò non serve a nulla.
      — Andate con Laurie, lo so; ieri sera stavate parlandovi all’orecchio e ridevate e, quando sono venuta io avete smesso.


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Piccole donne
di Louisa May Alcott
pagine 280

   





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