Stava seduta nella serra ed aspettava che il suo cavaliere le portasse un gelato, quando udì una voce che domandava al di là della pianta da cui era nascosta: — Quanti anni ha?
— Sedici o diciassette, direi — rispose un’altra voce.
— Sarebbe una splendida cosa per una di quelle ragazze, non le pare? Sallie dice che il vecchio le ama proprio come figlie.
— La signora March avrà teso le sue reti e saprà giuocare bene le sue carte. Evidentemente però la ragazza non ne sa nulla per ora — disse la signora Moffat.
— Essa ha detto quella bugia della lettera di sua madre, in modo da non sembrare del tutto innocente, ed è diventata rossa come un papavero quando sono venuti i fiori! Poveretta! Se fosse vestita come si deve, sarebbe così carina! Credi che si offenderebbe se le offrissi un vestito per giovedì? — domandò un’altra voce.
— È molto orgogliosa, ma forse accetterebbe perché quell’orribile vestito di tarlatana è l’unico che possiede. Potrebbe strapparlo stasera e questa sarebbe una buona scusa per offrirgliene un altro più decente.
— Possiamo tentare: intanto, per farle piacere, manderò un invito a quel Laurence e poi rideremo.
A questo punto il compagno di Meg apparve e la trovò molto rossa ed agitata. Era veramente orgogliosa ed il suo orgoglio l’aiutò questa volta a nascondere la sua mortificazione, la sua rabbia ed il suo disgusto per quello che aveva udito. Innocente e giovane qual era, non aveva però potuto fare a meno di capire quello che intendevano le sue amiche: cercò di dimenticarsene ma non vi riuscì. Le parole: «La signora March ha teso le sue reti» e «la bugia della lettera» e «l’orribile vestito di tarlatana» le ricorrevano sempre alla mente e vi fu un momento in cui avrebbe pagato qualunque cosa per potere correre a casa, raccontare tutto alla mamma e chiederle consiglio; ma ciò era impossibile, fece quindi del suo meglio per apparire allegra ed essendo alquanto eccitata, vi riuscì così bene che nessuno si accorse dello sforzo che stava facendo.
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