La vestirono di un abito di seta celeste così stretto che poteva respirare appena e così scollato che la modesta Meg arrossì, quando si vide riflessa nello specchio. Una collana di filigrana in argento, dei braccialetti, degli spilli ed anche degli orecchini che Ortensia legò con un cordoncino di seta color carne affinché fosse invisibile terminarono l’acconciatura: un mazzo di rose thè sul petto ed un’alta ruche consolarono Meg della scollatura un po’ troppo ardita ed un paio di scarpette celesti, un fazzolettino di pizzo, un ventaglio di penne ed un mazzo di fiori in mano soddisfecero ai più intimi desideri del suo cuore.
— Mademoiselle est charmante, très jolie, non è vero? — gridò Ortensia, con affettata ammirazione.
— Vieni a farti vedere ora — disse lai signorina Bella conducendola nella stanza ove erano radunate le amiche, e, mentre Meg scendeva le scale dietro a lei con lo strascico che faceva ai suoi orecchi il fruscio tanto desiderato, gli orecchini che dondolavano, i riccioli per le spalle ed il cuore che le batteva forte forte, pensava che il vero divertimento era allora allora incominciato perché lo specchio le aveva detto che era veramente una «bellezzina». Le sue amiche, appena la videro ripeterono con enfasi la frase e per un momento fu come la cornacchia della favola che si pavoneggia delle piume non sue, mentre le altre ragazze chiacchieravano} intorno a lei come un branco di gazze.
— Ho quasi timore d’andar giù! Mi sento così stretta, così mezza vestita! — disse Meg a Sallie quando suonò il campanello e la signora Moffat mandò a dire alle signorine di scendere subito in salotto.
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