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      — Ma che, ti pare! Lo desidero tanto! Vieni, vedrai come sarò buono: non mi piace il tuo vestito, ma tu sei addirittura.... splendida! — e Laurie fece un cenno come per dire che le parole non potevano esprimere la sua ammirazione. Meg sorrise e riconciliata, mormorò: — Sta’ attento di non inciampare nella mia coda, mi dà una noia terribile e sono stata proprio stupida a metterla!
      — Appuntatela al collo: ti farà comodo! — disse Laurie guardando le scarpine celesti che evidentemente approvava.
      — Laurie, mi vuoi fare un piacere? — cominciò Meg, quando, alla fine del ballo Laurie, in piedi dinanzi a lei, le faceva vento col ventaglio.
      — Lo credo! — disse Laurie con vivacità.
      — Fammi il piacere: non dir nulla a casa del mio abito. Non capiranno lo scherzo e mamma ne sarà dispiacente. — Allora perché l’hai fatto? — dissero gli occhi di Laurie in modo così evidente che Meg si affrettò ad aggiungere:
      — Glielo dirò io quando arriverò a casa e confesserò a mammina come sono stata sciocca: ma preferirei dirglielo da me! Tacerai, non è vero?
      — Ti dò la mia parola che starò zitto: ma se mi fanno delle domande che cosa risponderò?
      — Di’loro che stavo bene e che mi divertivo molto.
      — Dirò ben volentieri la prima parte, ma, e la seconda? Non credo che tu ti diverta eccessivamente! — e Laurie la guardò così intensamente da farle rispondere sottovoce: — No, non in questo momento! Non credermi troppo cattiva: l’ho fatto per divertirmi un po’, ma vedo che ho fatto male e ne sono già pentita.
      — Ecco Ned Moffat!


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Piccole donne
di Louisa May Alcott
pagine 280

   





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