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      — Ricordati — diss’ella; cercando di sorridere e non riuscendovi poiché «la terribile emicrania» era già incominciata.
      — Silence à la mort! — replicò Laurie con un gesto melodrammatico.
      Questo cenno e le parole di Laurie eccitarono la curiosità di Anna; ma Meg era troppo stanca per poter chiacchierare e se ne andò diritta a letto, pensando che tutto era stato una mascherata a cui non si era divertita quanto s’era immaginata. Si sentì male tutto il giorno di poi ed il sabato se ne tornò a casa stanca di divertimenti e sentendo che per il momento ne aveva avuto abbastanza di vita frivola e di società.
      — Si ha un bel dire che la società è divertente, ma è più bello starsene qui tranquillamente senza etichette e complimenti «Casa mia, casa mia, per piccina che tu sia, tu mi sembri una badia» ed è proprio vero! — disse Meg, guardandosi intorno con un’aria di soddisfazione, mentre la domenica sera se ne stava seduta colla mamma e con Jo nel salottino.
      — Sono contenta di sentirti parlare così; temevo che in paragone coi tuoi sontuosi appartamenti la nostra modesta casa ti sarebbe parsa più brutta e meschina che mai — replicò sua madre che quel giorno le aveva rivolte parecchie occhiate inquiete ed indagatrici: gli occhi di una madre fanno presto a scorgere qualunque cambiamento nel volto dei figli. Meg aveva raccontato con grande vivacità ed allegria tutte le sue avventure ed aveva ripetuto molte volte che si era immensamente divertita; ma pareva che qualcosa le pesasse sull’animo e quando le bambine più piccole furono andate a letto si avvicinò al fuoco e stette immobile e pensosa.


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Piccole donne
di Louisa May Alcott
pagine 280

   





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