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      — Oh, no, mammina! Vedrai come staremo bene! — disse Meg con compiacenza.
      — Ed io propongo un brindisi: Divertimenti sempre e sgobbare mai! — gridò Jo alzandosi col bicchiere della limonata in mano.
      Tutti bevvero ridendo e cominciarono l’esperimento quello stesso giorno, restando colle mani in mano tutto il dopopranzo.
      La mattina dipoi Meg non fece la sua comparsa che alle dieci; ma la colazione non le parve buona come al solito e la stanza sembrava disordinata e triste, poiché Jo non aveva empito i vasi di fiori, Beth non aveva spolverato ed i libri di Amy erano sparsi qua e là. Nulla era in ordine eccetto il «cantuccio della mammina» ed ivi si rifugiò Meg per «riposarsi e leggere» ma in verità per sbadigliare, pensando ai colori ed alle fatture dei bei vestiti nuovi che si sarebbe comprata col suo salario. Jo passò la mattinata a remare sul fiume con Laurie ed il dopopranzo arrampicata sul ramo del melo, a leggere ed a commuoversi sulle sorti degli eroi del romanzo «Il gran mondo».
      Beth cominciò col vuotare l’armadio delle sue bambole, ma, stancatasi prima di aver finito, lasciò tutto sottosopra ed andò a suonare il pianoforte, contenta e felice di non dover lavare i piatti.
      Amy andò prima ad annaffiare i suoi fiori, indossò il suo più bell’abitino bianco, si accomodò i riccioli biondi e si mise a disegnare sotto il pergolato, sperando che qualcuno, vedendola, avrebbe domandato il nome della giovane artista. Alla fine, non avendo attratto che l’attenzione di un ragno impertinente che guardò con interesse il suo lavoro, andò a fare una passeggiata, fu sorpresa da uno scroscio di acqua che la bagnò tutta da capo a piedi e tornò a casa gocciolante da tutte le parti.


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Piccole donne
di Louisa May Alcott
pagine 280

   





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