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      — Non provare tante cose alla volta, Jo, perché non sai far molto; io del pranzo me ne lavo le mani e, giacché hai invitato Laurie sulla tua responsabilità, puoi pur tenertelo e fargli compagnia.
      — Non ti domando altro che ricevere gli invitati quando io non ci sono e di aiutarmi a fare il dolce! Spero che non ti dispiacerà darmi dei consigli se faccio dei marroni.— disse Jo un po’ offesa.
      — Sì, ma anche io ne so ben poco e potrò aiutarti poco e poi, prima di comprare tutta questa roba, domanderai alla mamma se permette, suppongo — rispose Meg.
      — Naturalmente! Non sono mica una stupida, sai! — e Jo se ne andò un po’ arrabbiata della poca fiducia che Meg aveva dimostrato per la sua arte culinaria.
      — Prendete tutto quello che volete e non venite a tormentarmi; io vado a pranzo fuori e non voglio impicciarmi oggi delle cose di casa — disse la signora March, allorché Jo venne a domandare il consenso. Parve a Jo, nel vedere che sua madre, contro ogni sua abitudine, si dondolava tranquillamente sulla poltrona e leggeva a quel!’ora, che qualche fenomeno soprannaturale dovesse accadere; un’eclissi, un terremoto, o l’eruzione di un vulcano le sarebbero sembrati forse meno strani.
      — Tutto va a rovescio stamani!— disse fra sé scendendo le scale
      — C’è Beth che piange di là, segno certo che qualcosa di grave è successo. Se Amy mi secca, le dò un paio di scapaccioni!
      Molto sconvolta ed inquieta anche lei, Jo corse nel salottino dove trovò Beth che piangeva la morte del suo canarino, il povero Pip, il quale giaceva nella sua gabbia con le zampette stese, come se implorasse il cibo che gli era mancato.


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Piccole donne
di Louisa May Alcott
pagine 280

   





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