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      Quando finalmente l’ebbe riacceso pensò di andare a far la spesa, mentre l’acqua si scaldava. La camminata le rinfrancò lo spirito e, colla certezza di aver fatto dei buonissimi affari, se ne tornò a casa con una aragosta molto giovane, un mazzo di asparagi duri come legno e due scatole di fragole acide. Arrivata a casa, trovò che il forno si era scaldato quasi troppo e che tutto era pronto. Anna aveva lasciato della pasta a lievitare, Meg l’aveva lavorata, l’aveva messa sul davanti del camino per farla ancora lievitare e l’aveva dimenticata. Essa se ne stava tranquillamente nel salottino a ricever la visita di Sallie Gardiner, quando la porta si aprì con fracasso ed una figura scapigliata, polverosa, infuocata, rossa, fece la sua comparsa ed una voce domandò: — Oh Meg, il pane non è abbastanza lievitato, quando...? — Sallie cominciò a ridere; ma Meg accennò di sì col capo e rialzò le sopracciglia quanto potè, il che fece sparire immediatamente l’apparizione e Jo se ne tornò in cucina a mettere subito il suo povero pane acido nel forno. La signora March intanto era uscita, dopo aver dato un’occhiatina qua e là per vedere come andavano le cose ed aver consolato con qualche parola Beth che ora cuciva un telo per involgere il suo povero morticino, giacente nella scatola del domino.
      Le ragazze provarono come un senso di solitudine quando il cappellino grigio sparve dietro alla cantonata, ma quale non fu la loro disperazione quando, pochi minuti dopo, la signorina Crocker fece il suo ingresso nella casa, dicendo che voleva restare a pranzo.


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Piccole donne
di Louisa May Alcott
pagine 280

   





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