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      È disgustoso star qui tutta la mattina a faticare come un cane e non riuscire a far nulla! — disse Jo tra sé, mentre suonava il campanello del pranzo mezz’ora più tardi del consueto e si avvicinava rossa, stanca e di malumore, al tavolino ove era stato preparato con pompa il pranzo, per Laurie, avvezzo ad ogni sorta di ricercatezze e per Miss Crocker, i cui occhi avrebbero scoperto ogni magagna e la cui lingua lunga lunga ne avrebbe fatto la favola nel paese.
      La povera Jo sarebbe volentieri scomparsa sotto la tavola vedendo che tutti i suoi piatti venivano assaggiati l’uno dopo l’altro e poi lasciati, mentre Amy se la rideva, Meg diventava sempre più oscura, la signorina Crocker faceva dei versacci e Laurie, per salvare la situazione, parlava e rideva a più non posso. Il cavallo di battaglia di Jo erano però le fragole, poiché le aveva bene inzuccherate e le aveva messe in una fruttiera di cristallo piena di crema. Le sue guance infocate si rinfrescarono un poco e diede un sospirone di contentezza nel vedere i bei piattini di vetro che giravano, mentre tutti guardavano con occhio benigno le graziose isolette rosse, nuotanti in un mare di crema. La signorina Crocker le assaggiò prima di tutti, fece un’orribile smorfia e bevve rapidamente un sorso d’acqua. Jo, che aveva rifiutato per il timore che non ce ne fossero abbastanza (poiché erano molto diminuite dopo la scelta), diede un’occhiata a Laurie, ma questi continuava a mangiare stoicamente benché tenesse gli occhi fissi sul piatto ed avesse una leggiera contrazione sulle labbra.


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Piccole donne
di Louisa May Alcott
pagine 280

   





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