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      Amy, a cui piacevano le cose delicate, ne prese un cucchiaio pieno, incominciò a tossire, nascose la faccia nel tovagliolo e si alzò precipitosamente da tavola.
      — Oh! che cosa c’è? — domandò Jo tremando.
      — Sale invece di zucchero, e la crema è acida! — replicò Meg con un gesto tragico.
      Jo diede un gemito e si lasciò ricadere sulla seggiola; si ricordava di aver preso in fretta un ultimo cucchiaio di zucchero (credeva di zucchero) da una delle scatole poste sulla tavola di cucina e di averlo gettato sulle fragole, e si era dimenticata di mettere la crema nel refrigeratore! Arrossì fino alla radice dei capelli e stava sul punto di scoppiare in pianto, quando incontrò gli occhi di Laurie che non potevano fare a meno di ridere: la colpì ad un tratto il lato comico della situazione e.... invece di piangere, rise fino a che le lacrime le rigarono le gote. Tutti gli altri risero, anche la «brontolona», come chiamavano le ragazze la vecchia signorina e così lo sfortunato pranzo, composto di pane e burro, carne fredda ed olive, terminò fra mezzo a scoppi di risa e l’allegria generale.
      — Non ho abbastanza forza per sparecchiare ora, perciò faremo il funerale — disse Jo, allorché si alzarono da tavola e Miss Cracker si preparava ad andare a raccontare la ridicola storiella nella casa di altre conoscenze.
      Diventarono tutti seri per riguardo a Beth; Laurie scavò la fossa sotto le felci del pergolato; il povero Pip vi fu deposto con molte lacrime dalla sua padroncina e venne coperto di borraccina, poi una corona di violette fu posata sul sasso, su cui era scritto questo epitaffio, composto da Jo mentre si stava scervellando per il pranzo:


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Piccole donne
di Louisa May Alcott
pagine 280

   





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