Sallie Gardiner divideva la sua attenzione tra il vestito nuovo di piquet che non voleva insudiciare e la conversazione di Federico che teneva Beth sulle spine.
La traversata non durò gran tempo ma, quando giunsero a Pratolungo, un bel prato verde con tre enormi querele nel mezzo ed una striscia di terra ben levigata per giuocare al «croquet», trovarono che la tenda era già stata impiantata ed i cerchi pel «croquet» messi già a posto.
— Benvenuti al Campo Laurence — gridò il giovane ospite, mentre aiutava le signore a scendere dalle barche e queste si guardavano intorno con esclamazioni di gioia e di meraviglia.
— Brooke è il comandante in capo, io il commissario generale, gli altri signori sono gli ufficiali: voi, signore, siete la compagnia! La tenda è in particolar modo per voi, e quella prima quercia sarà il vostro salotto; questa seconda la stanza comune e la terza la cucina da campo. Ora, vogliamo fare una partita a «croquet» prima che faccia troppo caldo? Penseremo poi al pranzo. Francesco, Beth, Amy e Grazia si sedettero all’ombra di uno degli alberi, guardando gli altri otto che giuocavano. Il signor Brooke scelse per compagni Meg, Caterina e Federico; Laurie prese Sallie, Jo e Ned. Gli inglesi giuocavano bene, ma gli americani ancora meglio e disputavano loro il terreno a palmo a palmo, come se li spingesse lo spirito del ’76. Jo e Federico ebbero parecchie piccole baruffe ed una volta furono sul punto d’inquietarsi davvero. Jo aveva passato l’ultimo cerchio ed aveva sbagliato il colpo, cosa che l’aveva alquanto seccata.
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