Chi sa fare il caffè?
— Jo — disse Meg, contenta di potere raccomandare la sorella, e Jo, sentendo che le sue lezioni di arte culinaria le avrebbero fatto onore quel giorno, andò a compiere il suo ufficio, mentre le bambine accatastavano un mucchio di legna secca ed i ragazzi accendevano il fuoco e portavano l’acqua da una sorgente vicina. La signorina Caterina faceva uno schizzo e Francesco parlava a Beth, che stava fabbricando dei piatti con dei giunchi flessibili. Il comandante in capo ed i suoi aiutanti ebbero ben presto preparata la tavola che invitava a mangiare, ricca come era di cibi e di bevande ed ornata di bei rami verdi. Quando Jo annunziò che il caffè era pronto, tutti sedettero a mensa con grandissima fame, perché la gioventù va soggetta ben idi rado a dispepsie, ed il moto e l’aria mettono appetito. Fu una colazione veramente allegra. Tutti erano di buon umore e frequenti scoppi di risa disturbarono la digestione di un venerabile cavallo che pascolava a distanza.
— C’è del sale, se lo preferisci — disse Laurie offrendo a Jo un piatto di fragole.
— Grazie, preferisco ragni — rispose ella — ripescando due piccoli incauti che avevano trovato la morte nella crema di Jo — Come puoi ricordarmi quell’orribile pranzo, quando il tuo è sotto tutti i rapporti così buono? — soggiunse mentre ambedue, essendo a corto di stoviglie, ridevano e mangiavano dal medesimo piatto.
— Ci credi che mi sono immensamente divertito quel giorno? Non me ne scorderò per un pezzo! E questo non è merito mio: io non ho fatto nulla; sei tu e Meg e Brooke che avete preparato ogni cosa ed io ve ne sono infinitamente grato.
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