Che cosa faremo quando avremo finito di mangiare? — domandò Laurie, vedendo che col finire della colazione la più grande attrattiva era terminata.
— Facciamo dei giuochi di società finché non farà più fresco. Io ho portato il giuoco dei «Poeti» e suppongo che la signorina Caterina ne conoscerà dei nuovi. Vai a domandarglielo, è tua ospite e dovresti stare con lei ed intrattenerla un poco di più,
— E tu che cosa sei? Non sei mia ospite? Credevo che si sarebbe unita a Brooke, ma egli non fa che parlare a Meg, e Caterina se ne sta lì osservando con quel suo ridicolo occhialino! Vado! Vado! Non starmi a fare da mentore per la creanza, Jo, perché non ne hai davvero il diritto.
— Conoscete il giuoco della «Verità»? — disse Sallie.
— Lo spero bene — rispose Meg seriamente.
— Il giuoco, dico.
— Che cos’è?
— Si fa la conta, ed il primo che esce deve rispondere con verità alle domande, che gli vengono rivolte. È molto divertente.
— Proviamolo — disse Jo a cui piacevano gli esperimenti.
La signorina Caterina, il signor Brooke, Meg e Ned non vollero unirsi a questo giuoco, ma Federico, Sallie, Laurie e Jo buttarono giù le dita e fecero la conta: toccò per primo a Laurie
— Chi sono i tuoi eroi? — domandò Jo.
— Mio nonno e Napoleone.
— Qual è la signorina più bella?
— Margherita.
— Quale ti piace di più?
— Jo, naturalmente.
— Che stupide domande! — disse Jo con un’alzata di spalle, mentre gli altri ridevano del modo naturale con cui Laurie aveva risposto.
— Proviamo ancora. «Verità» non è un brutto giuoco — disse Federico.
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