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      — Alcune parti infatti lo sono: provi a leggere qui.
      Vi era un sorriso curioso sulle labbra del signor Brooke, allorché additò a Meg il lamento della povera Maria.
      Meg, obbediente, seguendo il filo d’erba che adoperava il suo nuovo tutore, lesse, a voce bassa e timidamente, rendendo colla soave intonazione della sua voce, poetiche e dolci le dure parole. Il filo d’erba proseguiva, proseguiva avvicinandosi alla fine della pagina e Meg, sedotta dalla bellezza della scena, dimentica affatto dei suoi ascoltatori, lesse come se fosse stata sola, dando un’intonazione un po’ tragica alle parole dell’infelice regina. Se avesse veduto allora gli occhi neri, avrebbe smesso di leggere: ma non si volse mai verso il signor Brooke e perciò la lezione non ne ebbe a soffrire.
      — Benissimo, benissimo — disse il signor Brooke appena Meg smise di leggere, omettendo completamente i suoi molti sbagli e come se veramente il dar lezione fosse per lui un piacere. La signorina Caterina guardò attraverso le lenti il piccolo quadretto che le stava dinanzi, poi chiuse l’album di disegno e disse con grande condiscendenza:
      — Ha un accento molto buono, e, col tempo, leggerà assai bene, credo. La consiglio di continuare a studiare poiché il tedesco, per una governante, è assai utile. Bisogna che richiami un po’ Grazia all’ordine; vedo che fa troppo chiasso — e la signorina Caterina, se ne andò tranquillamente, mentre che, con un’alzata di spalle, diceva tra sé:
      — Non son mica venuta a fare da chaperonne ad una governante anche se è giovane e carina!


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Piccole donne
di Louisa May Alcott
pagine 280

   





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