— Sta’ zitto! Non riuscirò a nulla, vedrai!, ma non potevo aver pace finché non avevo provato e non ho detto niente a nessuno perché non vorrei che restassero poi con un palmo di naso.
— Ma non possono fare a meno di pubblicarli, Jo! I tuoi racconti sono veri lavori di Shakespeare in confronto alle porcherie che stampano adesso sui giornali! Che bella cosa che sarà vederli pubblicati, e come andremo alteri della nostra scrittrice!
Gli occhi di Jo mandarono un lampo di gioia; è così piacevole ricevere lodi! e la lode degli amici veri è più dolce di qualsiasi montatura di giornali.
— Qual è il tuo segreto? Mantieni la tua promessa, Teddy, se no non ti crederò mai più! — disse Jo, cercando di estinguere le brillanti speranze sorte a queste parole d’incoraggiamento.
— Non so se faccio bene a dirtelo, ma, quando prometto, mantengo e sai benissimo che non posso fare a meno di dirti tutto quello che so. So dove è andato il guanto di Meg.
— È questo il gran segreto? — disse Jo delusa nelle sue speranze, mentre Laurie scuoteva il capo con un volto pieno di mistero.
— Mi pare che basti per ora se ti dico dov’è.
— Dimmelo.
Laurie si chinò e disse a bassa voce all’orecchio di Jo tre parole, che produssero un effetto un po’ comico. Essa lo guardò per un momento tra meravigliata e scontenta, poi ricominciò a camminare dicendo con voce aspra:
— Come lo sai?
— L’ho visto.
— Dove?
— In tasca.
— Tutto questo tempo?
— Sì; non è estremamente romantico?
— No, è orrendo!
— Perché? Non ti piace?
— Si sa che non mi piace!
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