Beth non sarà malata per molto tempo, Anna sa che cosa deve fare e, siccome mamma ci ha detto di lasciarci guidare da lei, così suppongo che non telegraferemo; ma non so, mi pare che non sia ben fatto!
— Hum, non saprei! Dopo che sarà venuto il dottore, consigliati col nonno!
— Faremo così: Jo, va’ a chiamare subito il dottor Bangs — comandò Meg — non possiamo decider nulla finché egli non sia venuto.
— Non ti muovere, Jo; io sono il galoppino — disse Laurie, prendendo il cappello.
— Ma non hai da fare? — cominciò Meg.
— No, ho finito le lezioni per oggi.
— Studi anche in tempo di vacanze? — domandò Jo.
— Prendo il buon esempio dalle mie vicine — fu la risposta di Laurie, mentire usciva dalla stanza.
— Ho grandi speranze pel mio ragazzo! — disse Jo con un sorriso, seguendolo cogli occhi mentre traversava di corsa il giardino.
— Per un ragazzo non c’è male — fu la risposta poco graziosa di Meg, poiché quel soggetto di conversazione non l’interessava molto.
Il dottor Bangs venne, disse che Beth aveva i sintomi di una scarlattina leggiera, mia aggrottò le sopracciglia quando Anna gli raccontò la storia degli Kummel. Amy fu subito mandata via e dovette prendere una medicina per premunirsi del pericolo; partì con gran pompa, scortata da Jo e da Laurie. La zia March la ricevé colla sua solita ospitalità.
— Che cosa c’è di nuovo? — domandò aspramente, guardandoli dal disopra dei suoi occhiali, mentre il pappagallo, appollaiato sulla spalliera della sua seggiola, gridava:
— Va’ via, non vogliamo ragazzi qui!
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