Nessun lavoro fatto per lei sarebbe stato ora grave e tedioso e si ricordava con rimorso e dispiacere delle tante volte in cui quelle manine volenterose avevamo compiuto quei doveri ch’ella stessa era stata troppo pigra per far da sé.
Laurie era sempre in casa March, come uno spirito che non ha pace ed il signor Laurence aveva chiuso a chiave il pianoforte a coda perché non poteva sopportare che alcuno gli rammentasse la giovane vicina che gli soleva rendere così tranquille e beate quelle ore del crepuscolo.
Tutti sentivano la mancanza di Beth: il lattaio, il fornaio, il pizzicagnolo; il macellaio domandavano sempre sue notizie; la povera signora Hummel venne a chieder scusa, piangendo della sua sbadataggine, domandando allo stesso tempo un panno funebre per Mimma; tutti i vicini mandavano sempre una quantità di auguri e di cose che credevano potessero far piacere alla piccola malata ed anche quelli che la conoscevano a fondo, si stupivano nel vedere quanti amici si fosse fatta la timida Beth.
E durante tutto questo tempo, la poverina giaceva sul suo letto con la vecchia Joanna a lato ed anche nei suoi vaneggiamenti ella non si scordava mai della sua povera protetta. Essa avrebbe tanto desiderato di avere con sé i suoi gattini, ma non voleva che rischiassero di ammalarsi anche loro, e, nei suoi momenti di lucidità, tremava sempre per Jo. Mandava continuamente ambasciate ad Amy, faceva sempre dire a sua madre che presto le avrebbe scritto e spesso domandava carta e calamaio per scrivere qualche riga e mostrare a suo padre che non si dimenticava di lui.
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