— Zitta — gridò Jo balzando in piedi.
Un suono di campanelli alla porta, un grido di Anna e poi la voce di Laurie che gridava con gioia:
— Ragazze, è venuta, è venuta!
CAPITOLO SEDICESIMO
Le volontà di Amy.
Mentre queste cose accadevano in casa, Amy se la passava molto male con la zia March. Ella si lamentava sempre dell’esilio a cui era stata condannata e, per la prima volta in vita sua, capì quanto fosse amata e curata a casa sua. La zia March non guastava mai alcuno con le troppe carezze; non approvava quel metodo: ma cercava di esser buona e dolce poiché le manierine delicate e gentili della piccina le piacevano e, in fondo in fondo, benché non ne volesse convenire, aveva serbato un posticino tenero pei figli del nipote. Cercava di tutto per contentare Amy, ma il metodo era del tutto sbagliato.
Vi sono delle persone che si sentono moralmente giovani, nonostante le rughe ed i capelli bianchi, che possono prendere parte ai dolori ed alle gioie dei fanciulli, che possono render beata la loro vita ed in forma leggiera e piacevole dar loro delle lezioni morali, acquistandosi così la loro amicizia e confidenza. Ma la zia March non aveva questo dono di natura e seccava a morte la povera Amy colle sue regole, i suoi ordini, le sue maniere affettate ed i suoi discorsoni lunghi, noiosi e prosaici. Vedendo che la bambina era molto più docile e pieghevole di sua sorella, la vecchia signora si credeva in obbligo di porre un riparo ai cattivi effetti che, secondo lei, avevano dovuto avere gli insegnamenti liberi e la troppa indulgenza dei suoi genitori.
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