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      A Jo lascio il mio spillo, quello accomodato con ceralacca, il mio calamaio di bronzo (lei mi perse il coperchio) ed il mio prezioso coniglio di gesso perché mi dispiace di averle bruciato il suo librettino.
      A Beth, se vive dopo di mie, lascio le mie bambole e la mia scrivania, il mio ventaglio, i miei colletti e le mie pantofole nuove, se potrà portarle, perché quando si alza sarà dimagrata. E le domando perdono e altresì di aver canzonato sempre la povera Joanna.
      Al mio amico e vicino Teodoro Laurence lascio il mio portafoglio di carta ricamato, il mio cavallo di gesso nonostante che egli abbia detto che non aveva collo. Altresì in ricompensa della grande bontà ed affezione che mi ha dimostrato durante questo periodo di disgrazia qualunque altro dei miei lavori che gli possa far piacere. Notre Dame è a mio parere il migliore.
      Al nostro benefattore il signor Laurence lascio la mia scatolina rossa collo specchio nel coperchio, che gli servirà per le sue penne e gli ricorderà la bambina morta, che lo ringrazia tanto per tutti i suoi favori e le sue beneficenze specialmente di quelle prodigate a Beth.
      Desidero che la mia compagna favorita Kitty Bryant abbia il grembiulino di seta celeste e l’anellino d’oro con un bacio affettuoso.
      Ad Anna lascio la scatola che ha sempre desiderato e tutti i miei rammendi sperando che di me si ricorderà quando quello vedrà.
      E adesso, avendo disposto della mia proprietà, spero che tutti saranno contenti e non biasimeranno i morti. Perdono a tutti e spero che quando suonerà la tromba ci rivedremo tutti.


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Piccole donne
di Louisa May Alcott
pagine 280

   





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