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      — esclamò la signora March molto turbata.
      — Sì, ho risposto! — e Meg nascose di nuovo la faccia sopraffatta dalla vergogna.
      — Ecco un bel pasticcio! Lasciami portar qui quel cattivo ragazzo perché si spieghi ed abbia una buona predica. Non posso aver pace finché non l’acciuffo — e Jo s’avviò di nuovo verso la porta.
      — Zitta! lascia fare a me, perché la cosa è assai più grave di quel che credevo. Margherita, raccontami tutto — ordinò la signora March, sedendosi vicino a Meg e trattenendo Jo per paura che fuggisse.
      — Ho ricevuto la prima lettera da Laurie che sembrava non saperne niente — incominciò Meg senza alzar gli occhi — Ero preoccupata in principio e volevo dirtelo; poi mi sono ricordata quanto ti piaceva il signor Brooke ed ho pensato che non ti sarebbe dispiaciuto se custodivo alcuni giorni il mio piccolo segreto. Sono così sciocca che mi piaceva pensare che nessuno lo sapesse; e mentre pensavo alla risposta mi pareva di essere come una di quelle ragazze dei romanzi. Perdonami mamma; sconto ora la mia sciocchezza. Non potrò mai più guardarlo in fiaccala.
      — Che cosa gli hai risposto?
      — Ho detto soltanto che ero troppo giovane per decidere, che non desideravo aver segreti con te, e che doveva quindi parlare a papà. Gli ero molto grata per la sua gentilezza e sarei stata la sua amica, ma nulla più, per molto tempo.
      La signora March sorrise, come se fosse contenta, e Jo batté le mani, esclamando con una risata:
      — Sei proprio paragonabile a Carolina Percy, che era un miracolo di prudenza!


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Piccole donne
di Louisa May Alcott
pagine 280

   





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